lunedì 13 febbraio 2012

Programma workshop 27/28/29 febbraio 2012- Luca Ruzza

TEMA WORKSHOP

Il video mapping  /Storia: dal calco al calcolo  /Evoluzione degli spazi  /Video Mapping: un mosaico moderno
Il “Rinascimento Virtuale” degli spazie dell’arte  /La Videoarte  /La primatelecamera portatile
Videoinstallazioni  /Dalla Videoarte al Video Mapping
Rivoluzione tecnologica: l’avvento deldigitale  /Video Mapping: tradigitale e tridimensionalita’  /Opere interattive:vietato non toccare! /Strumenti etecniche per la realizzazione di un Video Mapping

INTRODUZIONE AL VIDEOMAPPING
Videomapping: un nuovo tipo di installazione
Per installazione si intende un genere di arte visualesviluppatosi a partire dagli anni ’70. L’installazione è un’opera d’arte in genere tridimensionale e non mobile;comprende media e forme espressive di qualsiasi tipo per creare, da parte dell’osservatore, unaparticolare esperienza in un determinato ambiente.
Va detto però che questa forma di arte si è notevolmentedifferenziata nel corso dei decenni, e che, con il termine di installazione si possono oramai indicare opered’arte assai diverse tra loro. Questo è dovuto proprio alla natura piuttosto concettuale e astrattadell’opera, la quale non è legata ad una particolare forma di tecnica o materiale.
I diversi media utilizzati in un istallazione possonoandare dall’internet alla luce, dalla performance alla scultura, dal suono all’immagine. L’installazione ha spesso la funzione di completare, come operad’arte, l’effetto urbanistico di un edificio o di integrarsi perfettamente adesso, come vuole essere un nuovo tipo di tecnica di installazione chiamata videomapping.
Anche se per l’installazione il video era uno di mediapiù recenti, già da alcuni anni il campo dell’audiovisivo ha oltrepassato i limiti dello schermo per espandersi sulmondo fisico con il videomapping: un’ideale contrappeso allo spazio che lavirtualità e l’immaterialità stanno conquistando nelle nostre vite.
Sono oggi infatti onnipresenti network di computer,information delivery in tempo reale e nuove tecnologie di visualizzazione, elementi chiave che stanno cambiando ilvolto dei nostri spazi di vita urbani. Per mezzo di essi, sta prendendo forma uno spazio le cuimanifestazioni fondono il mondo virtuale con quello fisico. Il saggista Florian Rotzer in questo contesto parla di “urbanesimo digitale”, i cui tratti salientisono “la dispersione, la decentralizzazione, la valorizzazionedell’interiorità, la globalizzazione, l’individualità e la mobilità”. Questifattori creano una società in rete e uno “spazio di flussi” che danno vita anuove dimensioni di immaginazione e di azione non più coincidenti con levecchie caratteristiche geografiche e topografiche. Così il videomapping metteinsieme spazi di flusso e immaterialità. Tali spazi, immaginari, fatti di luce,immagini in movimento e altri media estendono il concetto di architetturafisica alla costruzione di spazi dinamici apparentemente infiniti che rendonopossibile una esperienza sensoriale. Le opere riconsiderano gli standard classicidi costruzione spaziale e topografia. Piuttosto introducono un nuovo concettodi “architettura performativa” proponendo un paesaggio urbano immaginario peril XXI secolo.
L’arte di oggi è quindi impalpabile, ormai diversiartisti privano le loro opere di quella fisicità che ha contraddistinto ilquadro, la scultura e l’oggetto; vediamo sempre più spesso immaginismaterializzate, a base luminosa, come quelle prodotte da fotografia, cinema,tv, video, computer o semplicemente dalla sola luce.

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